RECENSIONE
della webzine ON TH3 ROAD a cura di Christian Franchini:
Dopo il debutto di "Full
energy Shock" la formazione attivadal 1998, The Deadwalk
torna con il nuovo album, ricco di grinta e potenza punk n'roll
dove il gruppo riesce a creare un proprio sound, si tratta di un
mix tra punk, r'n'r, hardcore, rock e crossover (quest'ultimo
genere, sopratutto nella bella "My Voice", che ricorda
molto la musica dei grandiosi Besti Boys.) Più che discrete le
part di chitarra e la voce della vocalist Patty (purtroppo ha
lasciato la band, finite le registrazioni dell'album) e di Marce
fanno combaciare melodia e potenza. Da segnalare le tracce
migliori: "Not granted room" , la già citata e bella
"My Voice", "Dry", "Your Government",
"Bad Violins" e l'omonima title-track. Che dire? un buon
disco, continuate così ragazzi, la strada è già tutta in
discesa.
VOTO: 7,5
RECENSIONE della
webzine TROUBLEZINE a cura di Max Rozzo:
I Deadwalk arrivano dalla
provincia di Cremona e con “Super Boring Music” giungono alla
loro seconda prova (anche se per me sono una novità, prima non
avevo mai avuto modo di ascoltarli). Un secondo album molto ben
registrato (suoni veramente eccellenti) e confezionato (nel senso
che mi piace l’artwork, semplice ma che colpisce) e che mi fa
scoprire una band piuttosto originale.
I Deadwalk potrebbero tranquillamente essere catalogati come punk/hc,
tuttavia “Super Boring Music” mette in luce una certa
personalità nel proporre il suddetto genere. 12 brani (più intro
e outro al disco) in cui si svaria molto, senza mai alzare il
piede dall’accelleratore. Si parte con una scarica di 3 punk
song (peraltro le mie preferite dell’intero album) di
derivazione quasi stradaiola, in cui ciò che colpisce
maggiormente è l’alternanza di cantato maschile e femminile,
dato dalla voci di Marce e Pat (la bassista, che però ha lasciato
la band poco dopo la registrazione dell’album). Mi vengono in
mente alcune produzioni Hellcat, tanto per fare un paragone.
Si passa poi all’hc violento
di Unscarred, Empty Head, Empty Words e Not
Granted Room, passando per un brano come My Voice,
dall’andamento crossovereggiante, in cui il cantante si presenta
come un “hardcore fuckin’mc” e passa poi la parola alla
bassista (bella l’idea). Ma con Your Government si
torna al punk (in effetti è il brano più breve) e con Lies
& Shadows (bella canzone, anche questa cantata da Pat) si
esplorano i territori dell’indie rock. Dry invece è un
po’ la summa di tutto, dato che in essa confluiscono anche
influenze metal e ancora crossover, e il cantato si divide tra
parti pulite, parti roche e parti con la voce filtrata (e proprio
per tutto questo è un pezzo che mi piace poco, ricordandomi molti
dei gruppi che van di moda adesso e che io ripongo nello
scompartimento “immondizia”).
Il cd non è affatto male, a chi
ha la mente aperta (musicalmente parlando) piacerà sicuramente. A
me non dispiace, anche se mi chiedo se dal vivo la resa dei pezzi
(tutti molto lunghi, si superano sempre i 3 - 4 minuti di
durata tranne che in un caso) possa essere pari a quella da studio
(a maggior ragione con la perdita della voce femminile). Se prima
o poi avrò modo di vederli in azione vi dirò!
RECENSIONE della
webzine SOWDUST a cura di Laura Gorini:
I Deadwalk, band formatasi
nell'estate del 1998 a Cavaltone ( Cr), ritornano a farsi
ascoltare dal grande pubblico con Super Boring Music, un album
definito dal carismatico Marce, voce e leader del gruppo, come un
mezzo per esprimere la loro ribellione, il loro dissenso e la loro
sentimento di frustazione,consapevoli di avere a disposizione un
veicolo decisamente potente come la Musica per manifestare
apertamente le proprie idee, nonchè per farsi coraggio ed andare
avanti, tenendo duro anche nei momenti più complicati e
difficili.
Indubbiamente si percepisce quindi fortemente l'impegno sociale e
politico che il quartetto abbia voluto trasmettere ai propri
pezzi, quattordici in tutto, se si considera anche l'intro , la
traccia numero uno, intitolata Introduction to Glow, che risulta
essere piuttosto suggestiva e decisamente "fuori dal
coro" rispetto agli altri brani presenti.
La voce principale di Marce, roca,graffiante e potente al punto
giusto, senza mai strafare, trova un delizioso e accattivante
connubio con quella femminile di Patty che ha abbandonato il
gruppo non appena si sono concluse le registrazioni di questo
interessante album presso il prestigioso e rinomato West Link
Studio di Cascina (Pi), ad opera di Ale Sportelli e di Ale
Paolucci.
La band con questo nuovo lavoro, prodotto dalla label veneta della
Derotten Records di Seby e Mendez dei Derozer, riesce a mettere in
atto una sorta di affascinante viaggio musicale nel mondo del Rock
passando con una certa disinvoltura dal punk rock 'n' roll più
classico ( Don't give a damn), al puro e semplice crossover ( My
voice), al power rock ( Lies e Shadows), senza dimenticare
sfumature persino hardcore, metal e indie rock.
Super boring music è certamente un buon lavoro che permetterà ai
Deadwalk di farsi apprezzare anche da quella fetta di pubblico che
in passato non era rimasta particolarmente colpita dalla musica
del gruppo.
Da tenere d'occhio
VOTO: 7/8
RECENSIONE della
rivista PUNKSTER a cura di Luca Mattioda:
Super Boring Music è il titolo
dell'ultima fatica dei DEADWALK dopo l'esordio del 2002. Punk Rock
ma non solo, per la band cremonese, che si cimenta anche in pezzi
power rock come la traccia dal titolo "Lies & Shadows"
(la migliore) per passare al crossover puro come in "My
voice" a brani in stile più punk'n'roll come "Don't
give a damn" per un lavoro abbastanza vario ma non sempre
alto qualitativamente. Piacevole il duetto vocale tra i due
cantanti Marce e Patty che è (a mio parere) la vera forza del
gruppo..
VOTO: 3/6
RECENSIONE della
webzine TAXI-DRIVER a cura di Dale P.:
Sulla scrivania ho un bel po' di
materiale della Derotten Records. Così come di altre pazienti
etichette. Penso che dovrei cercarmi nuovi collaboratori: il tempo
scarseggia e paradossalmente più musica ascolti più credi di
riuscire a giudicare una band dal nome, dalle foto o dalla
copertina.
Pesco a caso e vedo 4 ragazzi in
jeans e felpe. Uno con la maglietta dei Guns'n'Roses e un altro
con la felpa dei grandi Shai Hulud. Aggiudicati, adesso è il loro
turno!
Sono di nuovo fottuto: non ho
bisogno di altri collaboratori! Altrimenti rischierei di perdermi
simili gioielli!!! I Deadwalk sono, infatti, una bomba sparata
sulla faccia!Immaginatevi come suonerebbero gli X venticinque anni
dopo. Ritmi serratissimi (ma non solamente hardcore), voce urlata
(un po' alla Fugazi) e riff rock'n'roll! La definizione migliore
è della band: "Rock'n'Roll-Core".
Dispiace che nella formazione
attuale non sia più presente Pat, la Exene Cervenka che si sente
nel disco. Dispiace perchè la sua era una bella sfumatura di
colore che dava maggiore varietà alla band (già parecchio varia
nel suo incidere), c'è possibilità di cambiare idea??
Del disco in questione piace la
grinta della band, le notevoli idee e gli ottimi spunti offerti.
Certamente una band da appuntarsi, non cambierà le sorti della
musica ma è testimonianza che il rock è sempre vivo e vegeto e
in grado tutt'oggi di dare grandissime emozioni.
VOTO: 4/5
RECENSIONE della
webzine STAYPUNK a cura di Davide:
Un uscita dopo l'altra per la
Derotten che ha concentrato gli sforzi negli ultimi mesi del 2005
mandando alle stampa Inerdzia, Impossibili, Nettezza Umana,
Solecismi Pedestri ed appunto i Deadwalk. Anche se la quantità
non sempre è sinonimo di qualità l'impressione è che
l'etichetta si sia risollevata dopo qualche uscita un pò
discutibile, impressione confermata dall'ascolto di questo disco,
o almeno in parte. Infatti si parte subito bene, punk-rock onesto
e coinvolgente, cantato in inglese (una verà rarità in casa
Derotten) e reso originale dall'aggiunta di una seconda voce
femminile, la bassista Pat, la cui bravura dà quel tocco in più
che non guasta.
I riff grezzi ed old school sono
elaborati in maniera fresca ed innovativa, accontentando sia gli
appassionati dei suoni "duri e puri" che gli animi più
melodici non disdegnando contaminazioni crossover. La dolce ma
graffiante voce di Pat è in genere relegata a pochi versi nel
corso dei brani tranne che in "Bad Violins" e "Lies
& shadows" (di cui è autrice anche della musica), dove
canta da sola, sono questi i brani più melodici ma non sfigurano
affatto. Fin qui sembra tutto rose e fiori, cos'è che non va in
questo disco? Il problema è che dura ben 47 minuti, davvero
troppi per un disco punk rock, rendendo alla lunga l'ascolto di
difficile digestione.
Adesso, chi ha letto altre
recensioni in cui mi lamentavo della scarsa durata dei dischi potrà
pensare che sono incontentabile ma il mio parere è che i dischi
punk dovrebbero durare tra i trenta e i trentacinque minuti (a
meno che non ti chiami Rancid, Social Distortion e roba simile).
Fondamentalmente non ci sono brani messi lì giusto per far
numero, quindi non si sarebbe dovuto eliminarne qualcuno ma più
che altro accorciarne la durata, vsto che molti viaggiano sui
quattro minuti tendono poi a ripetersi. Condensando quindi il
disco in tempi minori si sarebbero raggiunti risultati migliori,
anche se il disco rimane comunque interessante anche così.
Bisognerà vedere quale sarà
ora il futuro del gruppo dopo l'uscita della cantante/bassista Pat
(ma perchè non c'è neanche la foto sul booklet??), è stato già
trovato un sostituto ma l'impossibilità di giocare con le due
voci costituirà di certo un grave limite.
RECENSIONE della
webzine DONE AND DONER a cura di Billie Joe:
Recensione:
Non c'è che dire, questo quartetto, dalla provincia di Cremona,
SPACCA DI BRUTTO!! e lo dimostrano con questa loro seconda fatica
(esiste un precedente EP "Burn My Amp" e il primo vero
cd "Full Energy Shock").
Nonostante il gruppo venga da trascorsi punk rock (e si sente…),
il cd rappresenta una vera rassegna di tutti i generi sulla scena
rock! Il cd è aperto da un intro di pianoforte che sfuma nella
seconda traccia "Don't Give A Damn (Dw Here)"
caratterizzata da un bell'inizio molto punk'n'roll classico… poi
si continua lanciati nell'hardcore della traccia "Work"
dove possiamo apprezzare la voce del cantante che, come dire... è
rauca al punto giusto! Poi punk-rock a palla nella canzone
"Bad Violins", e …sorpresa…troviamo del classico
cross-over nella sesta traccia. Come dicevo prima tutte le
sfumature sono toccate….
Da
segnalare è pure la canzone che dà il titolo all'album, un
veramente gradevole indie rock. E' importante dire che questo è
un gruppo cosciente del grande strumento mediatico che ha in
mano…LA MUSICA!! Lo possiamo notare molto dai testi (es:"Your
Government") alcune volte dirette alla politica, altre
indirizzate alla società… Infine c'è da far notare che in
buona parte del cd è presente la voce femminile di Patty che,
purtroppo, ha lasciato il gruppo durante la registrazione del cd,
avvenuta peraltro nello studio West Link di Cascina (PI) nel Marzo
2005. A mio parere è un peccato poiché trovavo originale e
gradevole questa disposizione.
Vi lascio con un consiglio dato dai Deadwalk: PLAY IT AT MAXIMUM
VOLUME!!! Credetemi non vi dispiacerà.
VOTO:
4,5/5
RECENSIONE della
webzine LAMETTE a cura di Ermete:
Ero un po' giù di corda
questi giorni, e ascoltando questo disco mi è tornato subito il
buon umore... come si dice, il punk rock ti da sempre una mano,
'fanculo tutto il resto! Ottima produzione della Derotten
Records, questo disco dei Deadwalk. Attivi a quanto pare dal
1998: una band di quattro elementi che si avvale di tanto in
tanto dell'ausilio di una voce femminile niente male, che viene
segnalata anche all'interno del booklet. A loro vanno i miei
sentiti complimenti, dato che era un bel po' di tempo che non mi
colpiva in questo modo un disco punk rock prodotto in Italia (a
parte, ovviamente, tutte le bands che già conosco e amo).
Il quartetto, che si definisce rock'n'roll-core ha
influenze indubbiamente street rock, alternate a potenti
sterzate core, che non stonano affatto, anzi ci stanno da paura,
come un bel calcio nel culo dato a una persona che hai sul
groppone (metaforicamente).
Una scalettona di 14 tracce, registrate tra l'altro coi
controcazzi, che scendono giù dolcemente come una buona
Adelscott, e ti lasciano un bel retrogusto alla fine. Niente
cover, solo ed esclusivamente pezzi loro per una buona e
sostanziosa durata, giusto il tempo di farsi sanguinare i
timpani. Che altro volete sapere di più?
Comprate il ciddì, che tra l'altro ha anche un prezzo modico, e
non ve pentirete di sicuro dopo averlo fatto!
Scusate, ma adesso vado a drogarmi... un abbraccio.
REPORT di
TROUBLEZINE sul concerto del 04-03-2006 al CS VITTORIA a cura Max
Rozzo:
Sabato 4 marzo il calendario dei
concerti è zeppo di eventi interessanti ma piuttosto
irraggiungibili (Cockney a Siena, Leeches e Deloreans alla
Skaletta…). Per cui si opta per qualcosa di più ragionevole
come distanza (centro sociale a 10 minuti da casa) ma altrettanto
allettante come band, tanto più che non avevo mai visto nessuna
delle 2.
Si arriva al Vittoria per le 22 e si rimane una buona mezzora a
cazzeggiare fuori. Nel mentre si nota che le persone che entrano
nel c.s. sono ben poche ed infatti quando facciamo ingresso i
presenti, oltre alle band, si contano sulle dita…
I primi a salire sul palco davanti a uno scenario così spoglio
sono i Deadwalk, quartetto punk/hc della zona di Cremona che sta
promovendo il loro secondo lavoro ("Super Boring
Music"). Recensendo il cd (che mi è piaciuto) mi domandavo
se dal vivo la resa dei pezzi (soprattutto di quelli orientati più
sull'hc o sul crossover) potesse piacere anche a uno poco aperto
mentalmente come me.
Bene, ora che ho visto la band posso tranquillamente dire che i
Deadwalk hanno un sound che spacca!! Fermo restando che i brani
crossover non mi piacciono (questa sera mi pare ne abbiano
eseguiti 2 o 3), quando si calcano i tasti del punk (splendido
l'inizio con Don't Give A Damn) o dell'hc più urlato i 4 ci sanno
fare e mi pare che i pezzi in cui su disco compare la voce
femminile (della bassista, che poi ha lasciato il gruppo) non
risentono per nulla di tale mancanza. Inoltre l'audio è perfetto
ed aiuta la band a confezionare un concerto potente anche se con
qualche pausa.
Tocca poi ai punkrockers piemontesi Killdaddies, il cui disco di
esordio, uscito da pochissimo, è uno dei miei ascolti preferiti
di queste ultime settimane.
Praticamente andavo a colpo sicuro, nel senso che ci avrei
scommesso che la band mi sarebbe piaciuta un bel pò. Datemi i
Ramones, gli Screeching, i 3 accordi & i 4/4 ed io sono
contento! Infatti dopo 30 secondi del primo pezzo io e il Kallo ci
guardiamo con sorriso di compiacimento, la testa che va su e giù
e il piede che continua a battere per terra. Suonano quasi tutto
il cd, compresa la cover degli Screeching, cantata da Gio,
aggiungendo anche qualche pezzo nuovo (come poi mi dirà Gio a
fine concerto, nel prossimo futuro per la band potrebbe esserci
uno split su 7" per un'etichetta americana: in bocca al
lupo!).
Peccato solo che in sala non si sia più nessuno, esclusi noi, i
Deadwalk e quelli del posto… Personalmente mi piace un casino
come suona il batterista Manzio, che macina i 4/4 velocissimi e
piazza dentro rullate e stacchi semplici e precisi come piacciono
a me (anzi diciamo la verità: come mi piacerebbe esser capace di
fare!). Da segnalare anche che il chitarrista suona con 10 punti
di sutura alla mano, per cui complimenti a lui!
La serata sembra volgere al termine: 4 chiacchiere al banchetto,
un'occhiata alle distro, saluti alle band… però… però non è
affatto tardi ed il Boccaccio a Monza non è affatto lontano: ed
allora via a vedere finire il concerto dei Rappresaglia!
RECENSIONE della
rivista ROCKSOUND a cura di Giuseppe "Pepe" Carpitella:
Contravvenendo a quanto
affermato nel titolo, la musica dei Deadwakl appare tutt'altro che
noiosa, anzi. Qualitativamente la formazione proveniente dalla
provincia di Cremona ha tutte le carte in regola per lasciare un
segno tangibile nell'area punk italiana.
Dotati di un'apprezzabile grinta
e condotti da un duo vocale dalla discreta personalità (bella la
voce roca di Marce e perfettamente abbinata quella femminile di
Patti, che ha però lasciato la band subito dopo la registrazione
dell'album), I Deadwalk giungono con "Super Boring
Music" alla loro seconda prova a tre anni dall'esordio e con
un bagaglio di esperienza che si fa sentire all'interno dei
quattordici brani, costituiti da un punk hardcore di stampo
americano.
Praticamente la risultante di
una ipotetica fusione tra Rancid e Distillers, in cui la vena
compositiva dei lombardi si esprime nella sua pienezza, dando alla
luce un lavoro piacevole con tutte le componenti al posto giusto.
VOTO: 7/10
RECENSIONE della
webzine PUNKADEKA a cura di Marepunk:
Dopo
Inerdzia, Impossibili e Nettezza Umana la Derotten Records sforna
un altro disco da copertina, si tratta dei cremonesi Deadwalk,
band formatasi nel 1998 e che nel 2004 concretizza anni di
concerti e di sbattimenti decidendo di registrare un disco di
ottima qualità. Il risultato, è decisamente apprezzabile.
Nonostante la band non abbia un’originalità assai pregnante,
ammetto che alcuni brani sono di grande effetto. La Traccia sei,
“My voice”, è davvero bella, da riascoltare più e più
volte, oltre alla traccia otto, “Lies & Shadows”.
Una cosa importante: nel disco canta alcune parti vocali l’ex
bassista Pat, una ragazza, che ha lasciato il gruppo prima del
mixaggio finale. Un vero peccato, la sua voce, in puro stile Back
Chats, dava un tocco in più alla band.
Una caratteristica di questo disco è la sua varietà stilistica,
i brani infatti attraversano atmosfere rock, hardcore, indie, e
persino crossover, cosa che fa onore ai Deadwalk e al loro
atteggiamento non certo di tendenza tra le band che emergono nel
panorama punk-rock italiano. Questo non significa che tutti i
pezzi siano impeccabili e indimenticabili, infatti il disco dura
quasi cinquanta minuti e qualche brano passa un po’ inosservato,
ma nessun pezzo fa storcere il naso, quindi il disco non presenta
evidenti cadute di ritmo.
Quattordici pezzi incazzati e convincenti, nonostante la carenza
di parti di chitarra solista, che avrebbero alzato il giudizio
finale, infatti quando sono presenti danno un’impressione
migliore della band lombarda. Molto elegante la batteria,
azzeccati anche i suoni che non la rendono pesante ma esaltano la
precisione del drummer.
In conclusione, una buona prova che conferma anche il buon momento
dell’etichetta di Seby, augurandoci che i Deadwalk sopperiscano
alla lasciata di Pat con prossimo lavoro all’altezza di questo.
RECENSIONE
della webzine ROCK ON a cura di Pulcifero:
I
Deadwalk sfornano con "Super Boring Music" la
loro seconda uscita dopo l'esordio "Full Energy
Shock" del 2002.
Grinta e potenza sono le caratteristiche del gruppo
lombardo che riesce a proporre un bel disco energico dove
punk rock e hardcore risultano essere le coordinate
principali, ma con puntate molto ben riuscite nel campo
del crossover ("My Voice"), del metal e
dell'indie rock, caratterizzando così con molta
personalità e varietà le 14 tracce di cui si compone il
disco.
Interessante l'accoppiata vocale composta dalla voce
maschile roca di Marce che riesce a fondersi perfettamente
con la potenza sonora tessuta dal gruppo e dalla voce di
Patti, in bilico tra il melodico e l'incazzato.
Un bel disco quindi, vario, personale e di alta qualità,
per una band che stupisce non poco con questo lavoro
RECENSIONE
della webzine KATHODIK a cura di Michele Panuccio:
Dopo un bell’intro di
piano comincia questo lungo full lenght con quello che è
uno dei brani migliori dell’album Don’t Give a Damn (Dw
Theme) pieno di coretti accattivanti; il secondo Work mi
piace anche di più infatti, lanciato in velocità,
rappresenta un buon esempio di punk rock targato 2005 e
reso più interessante dalle incursioni di una seconda
voce femminile. La voce femminile prende il sopravvento in
Bad Violins brano che porta con se reminiscenze di gruppi
storici come X e Avengers.
Da Unscarred al crossover di My Voice, fino all’hard
rock di No More Broken Dreams.
Singolarmente i brani sono anche ineccepibili, tuttavia
non posso eludere la sensazione che quest’album, nella
ricerca di originalità, rischia di cadere nella logica di
non voler scontentare nessuno a scapito di compattezza ed
omogeneità.
Una citazione dei Gorilla Biscuits per la canzone più
hardcoreggiante del CD Empty Head, Empty Words. La
chiusura è affidata di nuovo al piano che suona sullo
sfondo di un vinilico fruscio.
L’album è ben prodotto e suonato, un prodotto un po’
patinato per un punk troppo edulcorato e luccicante.
VOTO 3,5/5
RECENSIONE
della webzine PUNKWAVE a cura di Piero di Battista
La Derotten Records ha
già dato prova della sua abilità nel sapere selezionare
le migliori realtà punk rock italiane, ed anche stavolta
non ha assolutamente fallito credendo nelle potenzialità
dei Deadwalk. Il combo lombardo propone infatti, con
un'invidiabile personalità, un buon prodotto
prevalentemente punk hardcore, con punte di rock'n'roll,
ma anche cimentandosi in un discreto crossover, coniugando
il tutto nel tentativo, riuscito, di crearsi una propria
identità. Provenienti da Cremona ed attivi dal 1998,
prima di questo "Super Boring Music" i Deadwalk
hanno all'attivo già un album intitolato "Full
Energy Shock", uscito nel 2002 per la Lambrusko
Records. La loro carriera quasi decennale è
contrassegnata da vari cambiamenti nella formazione,
concorsi, e tanta musica dal vivo, anche supportando
gruppi ben più noti come Derozer, Los Fastidios e
Terrorgruppe.
"Super Boring
Music" è composto da quattordici brani tutti cantati
in inglese, compresi un intro ed un outro strumentali, per
una durata complessiva di quasi cinquanta minuti. Dopo il
pezzo introduttivo, il disco parte con notevole impatto
sonoro, proponendo pezzi tendenti all'hardcore melodico
come "Don't Give a Damn (DW Theme)" e "Bad
Violins", che fanno risaltare le doti della bassista
e seconda cantante Pat (la quale, tuttavia, ha lasciato il
gruppo poco dopo la fine delle registrazioni del disco); i
due brani sono intervallati da "Work", che
invece suona più vicino allo street punk. Un piacevole
crossover caratterizza invece "My Voice" e
"Dry", con quest'ultima che sembra volere
proporre un suono più moderno, prossimo al rap-core.
Nella totalità del disco il sopravvento lo prende però
certamente il punk hardcore melodico, interpretato in
maniera ineccepibile in canzoni come "Your Government",
"Empty Head, Empty Words", la ottima "No
More Broken Dreams" e nell'altrettanto eccellente ma
melodicamente superiore "Not Granted Room".
"Super Boring
Music" è quindi un lavoro che si districa attraverso
orizzonti musicali anche piuttosto differenti, pur senza
mai smarrire un comune filo conduttore; il tutto è poi
valorizzato da una registrazione di degna qualità e dalla
generosità delle doti tecniche e vocali del gruppo. La
scena italiana possiede dunque una realtà in più, che ha
prodotto un disco da consigliare vivamente a tutti coloro
che ancora pensano nello Stivale la scena punk hardcore
sia in fase calante o addirittura assente.
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